Javier Marías – Un cuore così bianco – Einaudi

Non ho voluto sapere, ma ho saputo che una delle bambine, quando non era più bambina ed era appena tornata dal viaggio di nozze, andò in bagno, si mise davanti allo specchio, si sbottonò la camicetta, si sfilò il reggiseno e si cercò il cuore con la canna della pistola di suo padre, il quale si trovava in sala da pranzo in compagnia di parte della famiglia e di tre ospiti.

Javier Marías – Quand’ero mortale – Einaudi

Adesso che so che la mia amica Claudia è rimasta vedova per morte naturale del marito, non ho potuto evitare di ricordare quella sera Parigi di sei mesi fa: dopo la cena con sette persone ero uscito per accompagnare a casa una delle invitate, che non aveva l’auto ma abitava vicino, quindici minuti a piedi per l’andata e quindici per il ritorno.

Javier Marías – Nera schiena del tempo – Einaudi

Credo di non aver confuso ancora mai la finzione con la realtà, anche se le ho mescolate in più di una circostanza come tutti quanti, non soltanto i romanzieri, non soltanto gli scrittori ma coloro che hanno raccontato qualcosa da quando è cominciato il nostro tempo conosciuto, e in questo tempo conosciuto nessuno ha fatto altro che raccontare e raccontare, o preparare e meditare il suo racconto, o ordirlo.

Javier Marías – Il secolo – Einaudi

C’è musica nella mia casa per tutto il giorno, ma quando cala la notte non posso impedire che il lago, a volte inferocito e a volte appena crepitante, s’impadronisca di tutto il suono e mi confonda con i suoi movimenti immaginari.